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Ci sono piatti che non si inventano, si tramandano. Ricette che si portano dietro storie, gesti lenti, sapori pieni di memoria. Lo stracotto è uno di questi: un piatto che nasce dalla necessità e diventa poesia. Perché saper aspettare, in cucina, è un’arte. E lo stracotto è un inno alla pazienza.

La storia dello stracotto

Lo stracotto affonda le sue radici nella tradizione contadina italiana. Era il piatto delle domeniche, delle feste, delle grandi tavolate. Una ricetta pensata per valorizzare i tagli meno nobili del manzo, quelli che richiedevano lunghe ore di cottura per diventare teneri. Ma è proprio lì che nasce la magia: il tempo trasforma, esalta, lega gli aromi. E il risultato è una carne che si taglia con un cucchiaio e un sugo che chiede solo una fetta di pane per essere raccolto fino all’ultima goccia.

Ogni regione ha la sua versione: lo stracotto al Barolo in Piemonte, al Sangiovese in Toscana, alla piacentina con pomodoro e burro. Noi ci siamo ispirati alla ricetta classica, quella che mette al centro la carne, il vino e gli aromi della terra.

Gli ingredienti

Pochi, essenziali, ma fondamentali. Lo stracotto non ammette scorciatoie.

  • Carne di manzo: scegliamo tagli ricchi di tessuto connettivo, come cappello del prete, reale o guancia. Sono quelli che, cotti a lungo, regalano la consistenza più morbida e il sapore più profondo.

  • Vino rosso: deve essere strutturato, corposo, capace di reggere la lunga cottura senza perdere carattere. Barolo, Chianti, Nebbiolo o Montepulciano sono perfetti.

  • Verdure: il classico soffritto con carota, sedano e cipolla, più qualche spicchio d’aglio.

  • Aromi: alloro e rosmarino non mancano mai. E un cucchiaio di concentrato di pomodoro per legare il fondo.

  • Brodo di carne: da aggiungere poco a poco, come si fa con i risotti. Per non abbassare mai la temperatura e mantenere costante la cottura.

La preparazione

La ricetta originale dello stracotto comincia il giorno prima. È una cucina che non si improvvisa.

  1. Marinatura: la carne viene immersa nel vino con le verdure e gli aromi per almeno 12 ore. Questo passaggio ammorbidisce le fibre e profuma la carne in profondità.

  2. Rosolatura: si scola la carne, si asciuga bene, poi si rosola in olio extravergine d’oliva fino a ottenere una crosticina dorata. È qui che si costruisce il sapore.

  3. Cottura lenta: si aggiunge il soffritto, il vino della marinatura filtrato, il concentrato di pomodoro e si lascia cuocere a fuoco dolcissimo per 3 o 4 ore, aggiungendo brodo quando serve. Non bisogna mai avere fretta. Lo stracotto si fa da solo, basta non disturbarlo.

Alla fine, il sugo si sarà ristretto, la carne sarà diventata tenerissima, e il profumo riempirà tutta la cucina.

Perché nasce

Lo Stracotto

Questo piatto è la nostra ispirazione. Abbiamo voluto prenderlo per mano e portarlo in una nuova dimensione, senza snaturarlo. Oggi che i ritmi sono frenetici e il tempo è diventato un lusso, Lo Stracotto vuole essere un invito a rallentare. A mangiare bene, davvero. A riscoprire il valore della cucina che sa di casa.

Nel nostro menu lo stracotto è protagonista in tre versioni:

  • Manzo: la ricetta madre, fedele alla tradizione.

  • Pollo: più leggera, ma altrettanto avvolgente.

  • Vegetale: per chi sceglie una cucina green ma non vuole rinunciare al gusto pieno e profondo dello stracotto.

Ogni variante viene preparata con la stessa filosofia: cottura lenta, ingredienti naturali, rispetto per la materia prima.

Lo stracotto è un gesto d’amore

Non è solo una ricetta. È un modo di raccontarsi, di cucinare per gli altri, di fermare il tempo almeno per un pasto. Quando scegli uno dei nostri piatti, porti con te una storia fatta di mani che impastano, cucchiai di legno che mescolano, finestre appannate e voci che si rincorrono.