Ci sono parole che si pronunciano in un attimo, e altre che sembrano invitarci a rallentare. Stracotto appartiene a questa seconda categoria.
È una parola che sa di tempo, di cose fatte con calma, di profumi che crescono lentamente nell’aria e di sapori che non si lasciano afferrare subito.
Non è solo una ricetta. È un modo di stare al mondo.
Deriva dal latino extorquere, che significava “torcere fuori”, e nel tempo ha preso la forma della cottura lenta, paziente, che estrae tutto ciò che un ingrediente ha da offrire. È il contrario della fretta. È una scelta che va controcorrente in un’epoca dove tutto deve essere pronto in cinque minuti, servito in dieci, consumato in due.
Stracotto non è sinonimo di stanco, né di scolorito.
È sinonimo di intenso. Di completo. Di concentrato.
Quando diciamo che qualcosa è stracotta, spesso lo diciamo per errore. Noi invece crediamo che ci sia bellezza proprio in quella lentezza. Che cuocere “troppo”, quando è fatto bene, possa voler dire cuocere il giusto. E lasciare che il tempo faccia il suo lavoro.
È questo il principio su cui abbiamo costruito la nostra cucina.
Abbiamo scelto di partire da un piatto umile, popolare, ma denso di significato: lo stracotto.
Ne abbiamo preparate tre versioni: una di manzo, una di pollo e una completamente vegetale. Non perché amiamo le mode, ma perché crediamo che anche chi mangia in modo diverso meriti di trovare lo stesso calore in un piatto semplice. Lo stesso conforto. La stessa cura.
Per noi stracotto è anche un manifesto: cucinare lentamente, scegliere gli ingredienti giusti, eliminare il superfluo.
Nel nostro laboratorio non troverai addensanti, conservanti, scorciatoie. Solo cotture lunghe, spezie dosate con attenzione, olio extravergine dove serve, brodi veri.
E non abbiamo mai pensato che tutto questo dovesse rimanere chiuso tra quattro mura. Al contrario: vogliamo che lo stracotto esca, vada in giro, diventi un cibo da strada, da pausa pranzo, da serata sul divano. Senza perdere la sua anima.
Perché oggi più che mai abbiamo bisogno di piatti così: che rallentino il tempo. Che ci riportino alla concretezza. Che non promettano effetti speciali, ma sappiano lasciarti un sapore in bocca e magari anche un ricordo, una sensazione, qualcosa che resta.
Stracotto, in fondo, è solo una parola. Ma una parola che cammina piano.
E proprio per questo abbiamo deciso di seguirla.